RICORDI DI UN GIOVANE ROCKER |
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Da ragazzo, in Kenya
, ero appassionato di macchine da corsa . L’evento più importante dell’anno
era l’East African Safary Rally , gara di campionato del Mondo
. Il mio idolo era Erik Carlsson , un gigantesco svedese che correva
con la SAAB tre cilindri due tempi , con la quale ottenne successi strepitosi
. Per risparmiare sulle spese di spedizione delle macchine ufficiali dall’Europa, dopo la gara molte di queste venivano vendute agli appassionati locali i quali speravano sempre che non venissero distrutte durante la gara |
Durante il Rally Carlsson era rimasto impantanato nel fango in una
zona dove non c’era nessun spettatore e per togliere la macchina
dal fango l’aveva rovesciata prima sul tetto e poi di nuovo sulle
ruote . Per convincere gli increduli giornalisti aveva poi ripetuto
la manovra nel parco chiuso , con grande disperazione del nuovo proprietario
! Nonostante ciò le settimane seguenti questi girava per Nairobi
alla guida della sua SAAB completa di numeri di gara e ammaccature
varie . In quegli anni non c’erano limiti di rumore , la macchina
aveva tre espansioni libere e quando ero in collegio potevo sentirlo
arrivare da chilometri di distanza , una vera libidine , immaginate
di girare per strada con una Kawasaki tre cilindri con l’espansioni
libere .
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In
seguito andai a vedere le gare sul circuito di Nakuru e per la prima
volta assistetti ad una gara di moto
. AMORE A PRIMA VISTA . La battaglia era tra Singh con una Norton e Jack
Simonian con una Triumph Bonneville , la Norton era migliore nel tratto
misto ma poi veniva sorpassata regolarmente dalla Triumph nel tratto
veloce .Nel 1966, per continuare gli studi , andai in Inghilterra e mio padre
mi diede dei soldi per comperare una macchina che avrei utilizzato
per spostarmi . Prima di comperarla mi informai sul costo dell’assicurazione
e, con mio grande sollievo, con la cifra a mia disposizione avrei potuto
assicurare al massimo un carretto, così dovetti dirottare le
mie finanze su una moto . Per poter girare con il foglio rosa avrei
potuto guidare solo una moto di cilindrata non superiore ai 250 cc
oppure un sidecar anche di cilindrata più grossa , ipotesi che
fu scartata subito per le difficoltà di parcheggio fuori casa
. |
Le
moto da 250 cc disponibili erano poche : le più diffuse ed economiche
erano la BSA C15 ed il Triumph Tiger Cub ; la scelta fu facile e così eccomi
a cavallo del cucciolo di tigre !
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![]() Triumph Tiger Club |
Come abbigliamento , per adattarmi al clima inglese , comprai una bella
giacca di pelle Aviakit , se ricordo bene a £35 (che era molto
più di quanto spesi per la moto ) , dei bei guanti di pelle
e il casco me lo spedirono da casa ; ero pronto ! Mi ricordo vagamente
l’esame di guida : l’esaminatore mi diede un percorso da
seguire , si spostava a piedi e mi osservava lungo il percorso , poi
ad un suo segnale , in un pezzo di strada senza traffico , feci una
bella frenata ( con i freni del Tiger Cub un rallentamento ) poi risposi
delle domande sul Codice Stradale e finalmente presi la patente . Adesso
potevo risparmiare sulla birra per passare ad una moto più grossa
. |
Nel frattempo i miei fine settimana erano dedicati alla pulizia e alla manutenzione della moto , ma data la scarsa esperienza nella meccanica la lucidavo solamente . Il mio amico Derrick aveva una BSA C15 da 250 cc con il serbatoio benzina blu e cromato , i paragambe anteriore e posteriore cromati . La moto era molto elegante , lo invidiavo molto , ma poi quando andavamo in giro per la strada , con il mio Cub da 200 cc lo bastonavo sonoramente ; forse non era così bello come colori e cromature , ma la moto andava forte , tutto sdraiato sul serbatoio superavo la velocità di 110 chilometri . Però si rompeva altrettanto facilmente , per due volte ruppi l’ingranaggio del distributore nello stesso identico punto lungo la strada per Southampton ed è più che ovvio che non passai mai più da quella strada Finalmente un giorno , passando davanti una concessionaria di macchine , vidi l’occasione che cercavo : un Triumph Tiger T100A da 500cc a pochi soldi , con un’affascinante look da corsa , due scarichi liberi e due carburatori . Il venditore mi portò a fare un giro di prova seduto come passeggero : fu veramente impressionante , tra la velocità ed il rumore assordante non capivo più nulla , ma appena fermo capii che era la moto per me ! | |
![]() Triumph T100A prima maniera |
Naturalmente , con il prezzo dell’assicurazione , non potevo permettermi
un 650 e dopo varie visite di cortesia presso gli amici ( ed i loro portafogli
) riuscii a mettere insieme la somma per comprarmela . Raspando nel fondo
del portafogli mi comprai anche un paio di stivali di pelle , con i calzettoni
di lana bianchi per essere all’ultima moda ( ma soprattutto per
stare caldi ). Portsmouth era sul mare e d’inverno c’era
sempre vento e un freddo terribile . Il mio padrone di casa si complimentò per
il mio nuovo acquisto fino a quando non cominciarono delle copiose perdite
d’olio e , appena vide delle orme sulla moquette di casa , mi disse
che alla fine del semestre me ne sarei dovuto andare , così cercai
un’altra stanza in affitto .
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La nuova
stanza era nella vecchia Portsmouth , un’isola collegata alla terraferma
da un ponte che era terribilmente esposto al vento e , tutte le volte
che c’era cattivo tempo , dovevo piegarmi talmente tanto per contrastarlo
che sembrava di stare sulla parabolica a Monza. Con la nuova moto il balzo in avanti nelle prestazioni fu mostruoso , circa quanto il rumore. Quando andavo a trovare Bernard Griffith a Havant , passavo dalla nuova circonvallazione , spesso teatro di grandi sfide notturne quando il traffico era scarso
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![]() con Bernie (centro) e Derrick (destra) |
Si faceva una rotonda , si girava verso destra , poi vi era una curva secca a sinistra seguita da una discesa , un rettilineo e poi una semicurva a destra da fare in pieno sotto il ponte , dopodiché un altro allungo e poi con il cuore in gola mi attaccavo ai freni e alle marce per rallentare e riuscire a fare la rotonda seguente . Il contachilometri in quel punto segnava 190 chilometri, circa una volta e mezza la velocità rispetto al Tiger Cub , ma come rallentamento ero sullo stesso scarso livello , ma il rumore prodotto a quella velocità assomigliava ad un bombardiere Lancaster della Seconda Guerra mondiale al decollo . Mi ricordo che una delle prime cose che feci con la moto nuova fu di andare su di una strada di campagna e di imparare gli spazi di frenata , cosa più importante della velocità . |
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![]() In giro per Portsmouth con Austin 7 |
Bernie era figlio di un Pastore Protestante , grande
appassionato di Austin 7 , andavamo al Collegio con la sua Austin del 1947 che era appena un anno più giovane di noi . L’altro mio grande amico, Roger Clooney , era un irlandese molto alto , figlio di un ufficiale dell’esercito e per andare a casa sua c’era il mio pezzo di strada preferito : un curvone lunghissimo a destra seguito da una rotonda che , dopo svariate prove , riuscivo a percorrere talmente piegato che strisciavo con il piede a terra sia nel curvone che nella rotonda successiva (non era ancora arrivata l’epoca delle saponette sulle ginocchia in terra ). |
Il
vicino di Roger aveva comperato un Norton Manx da un corridore che
era caduto facendo prendere fuoco alla moto , così la stava
rimettendo a posto ; mi ricordo il motore sul banco , un vero spettacolo
: una testata gigantesca ed un carburatore ancora più grosso
. Quando fu finita la comprò il fratello di Roger e un pomeriggio
cercammo di metterla in moto senza successo , ma poi con un fracasso
infernale partì . I vicini vennero a complimentarsi con il papà di
Roger per la nuova moto del figlio , ma lo pregarono di astenersi dal
metterla in moto in strada in quanto il rumore che faceva era alquanto
fastidioso . Il fratello di Roger voleva scambiarla con la mia moto
, ma rifiutai dato che dovevo andare a casa in Italia in vacanza !
Naturalmente queste idiozie si fanno da giovani , mi mangio le mani
ancora adesso perché avrei dovuto caricarla sul treno e portarmela
a casa , ma sapendo già cosa pensava mio padre delle moto ritenni
che forse non era il caso di arrivare in treno con al seguito una moto
da corsa !
Il viaggio di ritorno in Italia andò bene , presi il traghetto
da Southampton fino a Le Havre , il viaggio durava tutta la notte così sbarcai
di prima mattina in Francia e poi via sulle strade statali . Mi impressionarono
i cimiteri di guerra vicino alla costa : interi prati disseminati di
croci . L’unico problema del viaggio che ricordo era tenersi
a mente la parola Francese per “olio” che consumavo in
grande quantità . In tutte le località che attraversavo
notai tanta gente che usciva a vedere cosa facesse quel baccano infernale
e mi ricordo degli spaventi pazzeschi presi lungo le strade di campagna
, a causa dei contadini con le loro Citroen 2CV che non si fermavano
agli stop .La velocità di crociera era di circa 80 km/h , così dopo
due giorni ero a Milano e poi necessitai di altri giorni per sbloccare
la mano destra , intorpidita dalla posizione per tenere girata la manopola
del gas . |
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![]() partenza per Udine |
![]() messa a punto a Milano |
Poi
sull’autostrada verso Udine arrivò il guasto grosso
: grazie al principe delle tenebre ( la Lucas ) mi si bruciò l’alternatore
e così arrivai a casa ricaricando la batteria tutti i momenti
. . Un giorno uscii da Udine per fare un giro , all’uscita della città c’era un viale alberato , mi misi a tirare furiosamente , in lontananza vidi uno che si mise in mezzo alla strada agitando qualche cosa . Mi attaccai ai freni e scalai di marcia il più possibile , mi avvicinai e vidi che era un carabiniere con la sua paletta ; per fortuna che all’ultimo si spostò perché non mi sarei fermato in tempo . Non sapevo cosa dire , quando mi raggiunse mi diede una pacca sulla spalla mi fece segno di andare piano , e indicò i 50 km/h sul contachilometri : ero stato salvato dalla targa inglese ! Dopo averlo ringraziato in inglese mi allontanai in fretta prima di scoppiare a ridere e farmi scoprire . |
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![]() Lignano - alla pista go-kart |
Durante le vacanze andavo al mare a Lignano Sabbiadoro e andavo ad aiutare
alla pista di noleggio go-kart , sempre piena di aspiranti piloti tedeschi
, eccomi insieme a gli altri meccanici . Per tornare in Inghilterra , data la scarsa autonomia della batteria , caricai tutto sul treno . Passò un altro anno di Collegio , con scorribande varie , in particolare ricordo un viaggio a Londra con il cartello che indicava Londra a 48 chilometri, ma ero già in città . Poi a Brands Hatch a vedere le corse . |
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Percy Tait dominava nelle derivate
di serie con il Bonneville Thruxton e con Peter Butler con la moto
della Boyer molto
vicino se non davanti
. Speravo un giorno di poter comprare qualche pezzo per fare assomigliare
la mia moto a quelle Thruxton , il caso mi fece comprare una moto originale
da Pasetti tanti anni dopo . Altri ricordi che ho di Brands Hatch riguardano
Mike Hailwood con la Honda 6 cilindri 250 con un sibilo incredibile passava
sul rettilineo di partenza come su un binario , mentre con la 500 che
aveva il telaio fatto in Inghilterra (che dicevano fosse meglio dell’originale
giapponese) scodinzolava da tutte le parti , ma nessuno era veloce come
lui . Altro spettacolo fu la gara dei sidecar . Dalla tribuna
si vedeva una curva a destra in discesa dopo il traguardo , Helmut Fath
, con il
suo sidecar U.R.S. con motore a 4 cilindri fatto in casa , aveva la
carrozzina a destra mentre tutti gli altri concorrenti avevano la carrozzina
a sinistra . |
Quando scollinava
si vedeva la luce sotto la ruota del passeggero , il quale sporgeva tutto
fuori del carrozzino con il sedere
che strisciava per terra . Quando il sidecar decollava oltre il culmine
della pista si sentiva l’urlo del motore che girava a vuoto e
quando atterrava la ruota motrice faceva una grande fumata . Erano
rumori che risentii nel 2004 quando andammo per il Coupes Legende a
Dijone , in Francia , dove risentii e vidi in moto sia il sidecar di
Fath sia la replica dell’Honda sei cilindri di Hailwood , costruita
recentemente da Gorge Beale . |
![]() sidecar U.R.S. a Dijone 2004 |
Con gli amici andavamo in giro a prendere il thè in un locale in campagna dove facevano dei dolcetti squisiti . Poi un paio di sere andai sulla camionale in uno di quei Cafè da dove poi partivano le sfide tra un bar e l’altro , ma lasciai perdere perché era troppo pericoloso . Prima di tutto c’erano delle moto di grossa cilindrata con il motore preparato che volavano , poi normalmente si andava la sera tardi e , malgrado le strade fossero illuminate bene , andare in giro in gruppo ad oltre 180 all’ora era una follia . Altra ragione per cui ci si radunava ai Cafè sulle camionali era perché erano gli unici locali dove si poteva bere qualche cosa di caldo dopo cena , quando chiudevano i pub , e con il freddo inglese bisognava scaldarsi spesso . La mamma di Bernie mi aveva regalato una sciarpa di seta bianca e con il casco a scodella ed occhialoni da pilota RAF ma entravano spifferi di aria gelata da tutte le parti per non parlare di quando grandinava e il ghiaccio batteva sulla pelle .. Che meravigliosa invenzione il casco integrale degli anni 70 ! Una sera durante una tirata sulla tangenziale di Havant persi il casco a scodella , così mi comprai un casco jet con interno in pelle al quale applicai dei disegni simili a quelli che portava sul suo casco Graham Hill , e che ho trasferito su tutti i caschi che ho usato successivamente . Poi dopo gli esami venne il tempo di tornare in Italia per fare il militare . |
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![]() Genova - Quinto al mare - 1968 |
Per venire a casa feci un ultimo
acquisto : un serbatoio in fibra di vetro del Gold Star , l’ultimo
grido in fatto di moda Rocker , con una sella monoposto in fibra . La modifica più importante fu il tubo di supporto del serbatoio
che irrigidiva il telaio ( prima il serbatoio della benzina era parte
strutturale del telaio e se lo si stringeva bene si rompeva il serbatoio
se lo si lasciava libero , nei curvoni si sentiva e si vedeva muovere
il telaio ) . Io tornai in treno dall’Inghilterra a Genova , dove
nel frattempo si era trasferita la mia famiglia , e Roger e Derrick mi
raggiunsero in moto . Solo Derrick aveva la patente e come abbiano viaggiato
in due con Roger che era alto più di 190 cm su una sella che mi
era stata venduta come monoposto resta un mistero |
Mentre ero a militare vendetti la moto che fu riparata con conseguente disastrosa rottura della biella causata da una errata rettifica . Finito il militare ricomprai la moto e con l’aiuto di Franco Rossi (che da allora ripara solo moto Honda nella sua officina “Gemoto” – quanti motori Ducati scrambler abbiamo revisionato sul terrazzo di casa sua a Genova-Quinto ) ricostruimmo il motore e con l’aggiunta di forcella e ruote di un Bonneville , avute in pagamento per un lavoro fatto ad un amico , ecco l’ultima versione del mio Tiger |
![]() quando si sbaglia la rettifica |
![]() Andre: "quando avrò 18 anni" |
Telaio riverniciato in argento ,
con la forcella che finalmente aveva uno smorzamento idraulico efficiente
, ruota anteriore
da 19” con
un freno a doppia camma che , grazie al peso ridotto della moto (150 chili
con il pieno di benzina , pesata sulla bilancia della ditta Miralanza )
, frenava bene , ruota posteriore da 18” con gomme finalmente decenti
che mi permettevano di riscoprire il piacere delle pieghe , negate dalle
terribili gomme Pirelli usate fino all’ora ( uniche disponibili per
le ruote da 17” che avevo usato fino a quel momento ) . L’ultima
modifica furono i collettori di scarico fatti fare artigianalmente dalla
OMP di Quinto , all’epoca specializzata nel fare impianti di scarico
e roll bar per le Lancia Stratos da rally che passavano sotto il motore
. |
Nel frattempo avevo lasciato da parte per un attimo le moto , i miei genitori erano tornati in Africa per lavoro ma io avevo incontrato Fernanda ed ero rimasto a Genova . |
![]() Fernanda e Chicco |
![]() Andrea - finalmente ho 18 anni |
Il
canto del cigno del mio Tiger T100A nel 1974 . Andai a Imola a vedere
la 200 miglia , all’andata udii delle vibrazioni strane che si tramutarono
in rumori sordi che preannunciavano la fine del motore . E pensare che
avevo già levato i due carburatori montandone solo uno per addolcire
il motore ! Smontando tutto scoprii che la boccola su cui girava l’albero
motore aveva girato nel carter , e che quindi avevo bisogno di nuovi carter
. Misi tutto a malincuore in cantina , fino al giorno in cui mio figlio
Andrea compì 18 anni , allora gli regalai la moto . Radunammo
in officina tutti i pezzi che avevo del 500 ed ecco rinato il T100A in
versione
civile . |
Però ho ancora quasi tutti i pezzi originali del mio cafè racer , e può darsi che un giorno in un prossimo futuro… |
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![]() pronti per la verniciatura 1 |
![]() pronti per la verniciatura 2 |
IL FUTURO STA ARRIVANDOPiano
piano sto procedendo con la costruzione della replica del mio Tiger
T100A . Quando ho venduto la maggior parte
dei miei ricambi ho
trovato che avevo un telaio simile all’originale che avevo regalato
ad Andrea per i suoi 18 anni , e avendo il motore originale ,carrozzeria
, forcelle e ruote e svariati altri pezzi eccomi qui di nuovo al lavoro
. |
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![]() ![]() |
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Adesso sono fermo in attesa di qualche ricambio ma presto sarà con
le ruote montate , grazie a Gian fornite di gomme Dunlop Racing a
pera come avrei voluto avere nel 1967 ma non potevo in quanto la
moto era nata con le ruote da 17” che mi hanno sempre limitato
nella scelta delle gomme . |
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